sabato 10 novembre 2007

Marx: la concezione della storia

In questo celebre passaggio del Manifesto, Karl Marx esprime la sua concezione della storia.
Lasciamogli la parola:

La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe. Uomo libero e schiavo, patrizio e plebeo, barone e servo della gleba, membro di una corporazione e artigiano, in breve oppressore e oppresso si sono sempre reciprocamente contrapposti, hanno combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazione rivoluzionaria dell'intera società o con il comune tamonto delle classi in conflitto. Nelle precedenti epoche storiche noi troviamo dovunque una suddivisione completa della società in diversi ceti e una multiforme strutturazione delle posizioni sociali. Nell'antica Roma abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel Medioevo, feudatari, vassalli, membri delle corporazioni, artigiani, servi della gleba, e ancora, in ciascuna di queste classi, ulteriori specifiche classificazioni. La moderna società borghese, sorta dal tramonto della società feudale, non ha superato le contrapposizioni di classe. Ha solo creato nuove classi al posto delle vecchie, ha prodotto nuove condizioni dello sfruttamento, nuove forme della lotta fra le classi.

Karl Marx, Manifesto del Partito Comunista, Einaudi
http://www.libreriauniversitaria.it/manifesto-partito-comunista-marx-karl/libro/9788806173692?a=322783

Diego Fusaro: crolla la speranza nell'altro

Il giovane filosofo torinese Diego Fusaro, curatore del progetto Filosofico.net (http://www.filosofico.net) nel corso della sua prima opera, traccia un disegno dello scenario che ha preso corpo in seguito alla caduta del Muro di Berlino
Lasciamo la parola a Fusaro:

"La data epocale del 1989 segna la fine di un mondo, il sipario che cala sull'utopia concreta del marxismo, relegandolo in quel museo delle antichità in cui, ad avviso di Engels, doveva finire lo stato. Si rimargina così la voragine tra due universi - separati dalla "cortina di ferro" - socialmente e filosoficamente opposti: solo uno dei due è sopravvissuto, inglobando l'altro, rendendolo simile a sè. La conseguenza di tale situazione, che marca la fine di quello che è stato definito un "secolo breve", è l'instaurarsi di un unico gande Impero, rizomatico e dotato di innumerevoli gangli più che di una sola testa, che assorbe ogni angolo del mondo entro i suoi confini in espansione: alla vecchia distinzione tra Paesi allineati con un blocco anziché con l'altro, si sostituisce quella tra ciò che è interno e ciò che ancora non lo è e che, pertanto, è combattuto come un nemico pericoloso perché non ancora riassorbito. In un simile contesto dai nuovi contorni, il capitalismo diventa come l'aria che respiriamo, qualcosa a cui siamo assuefatti e di cui non riusciamo più a fare a meno: nella misura in cui si eleva a unico modello su scala mondiale, diventa impossibile sottoporlo a critica in nome di qualcos'altro, che è venuto meno, assorbito dal suo antico rivale. Crolla la speranza nell'altro proprio perché l'altro è venuto a mancare".

Diego Fusaro, Filosofia e speranza, Il Prato
http://www.libreriauniversitaria.it/filosofia-speranza-ernst-bloch-karl/libro/9788889566176?a=322783

Bertrand Russell: In pincipio fu la paura

In questo breve passaggio, tratto dall'opera Perché non sono cristiano il filosofo e matematico inglese Bertrand Russell (1872-1970) individua nella paura il fondamento delle religioni, e dopo aver segnalato un legame tra la crudeltà e la religione, chiama in causa la scienza, la quale ha spiegato fenomeni dapprima misteriosi, mettendosi di traverso rispetto ai dettami delle istituzioni religiose. Il nostro filosofo sostiene che proprio la scienza, assieme al cuore, potrà riportare restituire l'uomo alla sua dimensione terrena.
Lasciamo la parola a Russell:

"Secondo me la religione si basa, essenzialmente, sulla paura. In parte è il terrore dell'ignoto, in parte, come ho già detto, il bisogno istintivo di immaginare qualcuno che ci aiuti e ci protegga nei pericoli: suppergiù una specie di fratello maggiore. In principio, dunque, fu la paura: paura dell'occulto, paura dell'insuccesso, paura della morte. La paura porta alla crudeltà, ed è per questo che crudeltà e religione stanno bene insieme. Oggi, tanti fenomeni non sono più misteriosi grazie alla scienza, che si è opposta alla religione cristiana, alle Chiese, e a tutti i principi anacronistici. La scienza può aiutare l'umanità a superare questa vile paura, nella quale ha vissuto per tante generazioni. Con l'aiuto della scienza e del nostro cuore, impareremo a non cercare aiuti immaginari, a non inventare alleati in cielo, ma piuttosto a valerci delle nostre forze per rendere questo mondo più piacevole e diverso da quello che è divenuto, in questi secoli, sotto l'influsso delle Chiese"

Bertrand Russell, Perché non sono cristiano, Laterza
http://www.libreriauniversitaria.it/perche-non-sono-cristiano-russell/libro/9788830423480?a=322783

mercoledì 7 novembre 2007

Bertrand Russell critica il principio di autorità

Bertrand Russell (1872 - 1970), filosofo e matematico inglese, mosse una forte critica al principio di autorità.
In questi passaggi egli affonda il suo attacco chiamando in causa Aristotele (384 - 322 a.C.), che del principio di autorità fu l'inconsapevole emblema:


"Alle persone istruite di oggi risulta ovvio che i dati di fatto debbano essere accertati mediante l'osservazione e non ricorrendo ad antiche autorità. Questa, però, è una concezione del tutto moderna, che prima del XVII secolo non esisteva nemmeno. Aristotele sosteneva che le donne hanno meno denti degli uomini; pur essendosi sposato due volte, non gli venne mai in mente di verificare questa affermazione esaminando la bocca delle sue mogli. Diceva anche che i bambini saranno più sani se concepiti quando il vento soffia da Settentrione. Ne deduciamo che le due signore di Aristotele dovevano andare a guardare la banderuola segnavento tutte le sere prima di andare a letto. Afferma che un uomo che sia morso da un cane arrabbiato non impazzirà, mentre questo accadrà a qualsiasi altro animale; che il morso del toporagno è pericoloso per i cavalli, specialmente se il topo è gravido, che gli elefanti che soffrono di insonnia possono essere guariti strofinandone le spalle con sale, olio di oliva e acqua calda, e via di questo passo. Con tutto ciò, i docenti universitari di materie classiche, che non hanno mai osservato un animale ad eccezione del cane o del gatto, continuavano a lodare Aristotele per la sua fedeltà all'osservazione".


Tratto da: Bertrand Russell, L'impatto della scienza sulla società, Newton & Compton Editori
http://www.libreriauniversitaria.it/impatto-scienza-sulla-societa-ediz/libro/9788854102989?a=322783

E' TEMPO DI PRESENTAZIONI

Buongiorno a tutti e a tutte!

Mi chiamo Marco Machiorletti, e sono un giovane formatore.
Una delle mie grandi passioni è la filosofia. L'ho studiata per un anno e mezzo all'Università di Torino, dopodiché per esigenze famigliari e lavorative, ho continuato a occuparmi di filosofia nei ritagli di tempo.
Collaboro con il progetto Filosofico.net (http://www.filosofico.net/) e con la rivista telematica L'Inattuale (http://inattuale.net/).
Mi richiamo in particolar modo alla corrente illuministica, e nutro grande stima e ammirazione per Julien Offroy de La Mettrie, medico e filosofo francese vissuto nella prima metà del Settecento.

Con questo blog voglio lasciare la parola ai filosofi.
Ho deciso infatti di dargli una caratterizzazione antologica, che vi permetterà di entrare in contatto diretto col pensiero di questi grandi uomini.

E ora mi metto al lavoro!!!

Un caro saluto!
Marco Machiorletti



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